lunedì 31 gennaio 2011

Blackout, Volume due - Il punto debole

Se c'è una cosa a cui non ho mai resistito sono le donne. Non so perché, sinceramente, ma ho sempre voluto cercare la donna che mi completasse, anche se non ho mai avuto granché tempo per questo. Sono tornato nel mondo dei vivi da quanto? Una settimana? Forse due? Ho perso la cognizione del tempo, ma ancora sento quella voglia di trovar la donna perfetta per me.
Sono le due del mattino e il bar all'angolo, di cui ho dimenticato persino il nome, pur avendoci passato gran parte della mia "carriera" da vigilante, è ancora aperto. Decido di farmi un goccetto per schiarirmi le idee. Entro, e la puzza di fallimento, autocommiserazione e disperazione mi assale. Uomini deboli, stupidi e ubriachi stan seduti ai tavoli, con una bottiglia nella mano e un mazzo di carte nell'altra. Mi accendo una sigaretta per distogliere il mio olfatto da tale odore. Siedo al bancone ed ordino un bicchiere di whisky, quando al mio fianco si siede una meraviglia scesa in Terra. La guardo dal basso verso l'alto, mentre il fumo mi fa quasi lacrimare gli occhi, attraverso la maschera. Indossa degli anfibi, pantaloni neri stretti, una giacca nera lunga e porta dei guanti bianchi. Scuote la sua lunga chioma rossa, facendomi sentire il profumo che emana.

"Un bicchiere di quello che ha preso il tizio mascherato anche per me, barista.", dice.

Rimango immobile a fissarla, buttando il fumo dalle narici e aggiustandomi il cappello. Porta una maschera anche lei. Più fine della mia, le ricopre solo il contorno degli occhi. Arriva il bicchiere. Lo bevo alla goccia, bruciandomi il petto, sentendo quel calore che l'alcool ti da appena lo mandi giù. Era da tanto che non bevevo. Lei fa lo stesso, rimanendo impassibile.

"Hai intenzione di rimanere a fissarmi per tutta la notte, bello?"

"Hrn. No, non penso."
Guarda quant'è bella, James! Per me questa a letto ci da dentro come una troia!, mi ripete Blackout nella testa. Forse non ha tutti i torti.

"Piacere, io sono Cordelia. Cordelia Rayn.", allunga la mano per stringermela.

"Hrm, Blackout. Blackout e basta."

"Bel nome."

"Che ci fai in un posto come questo, Cordelia? Non sembra un luogo adatto per una bella donna come te."
Ah-ah! Inizi a far lo splendido, eh? Dille del tuo potere! Quello di far raggiungere tre orgasmi multipli alle donne in soli cinque secondi!Questa è una cosa che non dico alle donne.

"Avevo voglia di un drink e l'unico bar aperto era questo. E invece tu, Blackout, cosa ci fai qui? Cerchi qualcosa?"

"No, ero venuto per il tuo stesso motivo, più o meno."

"Forse il mio motivo era anche quello di trovare un bel super eroe che sappia difendermi durante una rissa tra ubriaconi..."
Mi ammicca. Okay, so cosa vuole fare, e la cosa non mi piace.
Rissa! Rissa! Rissa!
Lancia il bicchiere con precisione micidiale in testa ad uno dei vari ubriaconi seduti. In meno di tre secondi son già tutti incazzati e pronti a pestarmi. Yeah.

In riproduzione: Massive Attack - Angel
Sono in una decina. Il primo afferra una stecca da biliardo e corre verso di me. Prendo un bicchiere e glielo lancio dritto in mezzo agli occhi. Le scheggie lo accecano. Cade a terra, rotolandosi e imprecando.
Altri due, armati di coltello, corrono nella mia direzione. Corro verso di loro, scivolando all'ultimo e colpendoli con un pugno tirato da entrambe le mani ai loro gioielli di famiglia. Mi rialzo e con una testata spacco il naso ad un altro, tiro un calcio all'indietro colpendone un altro ancora. Sono rimasti in cinque. Afferro un tavolino e lo lancio sul gruppo, stendendone due. Gli altri tre mi accerchiano. Uno tira un pugno, lo blocco e gli spezzo il braccio. A quello davanti a me tiro una ginocchiata sulla bocca dello stomaco, facendolo cadere a terra. L'ultimo rimasto scappa. Meglio per lui.
Tempo di finire, e Cordelia non c'è più.
Stasera non si scopa, caro James.
Gi
à, forse hai ragione, Blackout.
Esco dal bar, un po' deluso, ma contento d'aver sfogato un po' di rabbia su qualche ubriacone. La ritroverò, quella Cordelia Rayn, dovessi cercar per tutta la città.

sabato 8 gennaio 2011

Blackout, Volume uno - Ciò che accade dietro la maschera, resta dietro la maschera.

Non è facile. Non è per niente facile. Indossare una maschera, intendo. L'elastico che stringe troppo non è nulla in confronto al fardello che una maschera ti da. L'indossarla diventa quasi un'ossessione. Ne senti il bisogno. Coprire chi sei realmente diventa parte della routine quotidiana. Con quell'oggetto addosso ti senti invincibile. Nessuno saprà mai chi sei, né se ne interesserà. Di prim'acchito ti libera da qualsiasi pensiero, ti senti te stesso, ma è tutta una bugia. Non sei quella maschera. Quella maschera è te.
Mi chiamo Quentin James Coltrane e sono un uomo mascherato.
Blackout. Lo chiamo "Blackout". Lui. L'altra parte di me. Lui è la maschera. Da quando indosso questa maschera non sono più me stesso. Forse non lo sono mai stato. Forse non sono mai esistito e tutto questo è solo frutto dell'immaginazione di Blackout. O forse lui è frutto della mia immaginazione. Forse.

Mi chiamo Blackout e sono una maschera. Io ho bisogno di lui e lui ha bisogno di me. Ci completiamo, senz'aver bisogno di nessun altro.
Forse cerco di nascondere qualcosa. Tutti noi nascondiamo qualcosa. Qualcosa così profondo che nemmeno sappiamo esiste.
Non riesco a togliermela. Non definitivamente. Quando mi guardo allo specchio, senza nulla a coprirmi il viso, vedo solo un uomo solo, pieno di cerotti e cicatrici. Un uomo che ha paura. Un uomo privo di emozioni. Un uomo morto. La maschera nasconde quell'uomo. Lo porta a sentirsi vivo, a sentirsi qualcosa di superiore. Ma, tutto ciò, è una bugia. Quell'uomo è solo, impaurito, privo d'emozioni e morto.
Mi chiamo Quentin James Coltrane e sono Blackout.